Case Romane

Nell’isola più occidentale delle Egadi, sorge l’antica zona di fabbricati chiamata Case Romane. Siamo a Marettimo, un territorio affascinante immerso in un silenzio davvero suggestivo, dove la vocazione alla sacralità, a quanto pare antichissima, rafforza il valore storico del comune famoso per l’armistizio tra romani e cartaginesi alla fine della prima guerra punica. È da questa posizione che i romani controllavano un’ampia rotta dalla Tunisia a Roma.
Il complesso archeologico si trova a monte del paese verso ovest, a 250 metri sul livello del mare. È formato dal complesso monimentale Case Romane, da una chiesetta rurale e da un fonte battesimale e in questo contributo sarà esplorato nel dettaglio.

La funzione militare

Gli antichi romani utilizzavano l'area archeologica di Case Romane per ragioni militari. Lo scopo difensivo è evidente nell’architettura in particolare struttura quadrata in opus reticolatum e nella presenza all’interno delle caratteristiche arcate di sostegno. Sempre nel sito, si possono ancora notare i resti di un sistema particolarmente ingegnoso per la raccolta dell’acqua. Secondo alcuni archeologici, intorno al 400 d.C., l’edificio sarebbe stato usato da un gruppo di monaci perseguitati dai vandali e provenienti dall’Africa.

Un pizzico di mistero

Nella zona archeologica di Case Romane, il visitatore non nota solamente la competenza degli antichi romani nell’uso di particolari tecniche edilizie. Non è facile restare indifferenti al modo in cui i massi sono in asse perfetta, in particolare tra i ruderi romani e i resti della chiesa che sorge lì vicino, soprattutto perché non sembra proprio una casualità. In particolare, sembra che ci sia una correlazione tra questo allineamento e l’equinozio primaverile e autunnale. Fenomeni simili risalenti all’età neolitica, sono stati ipotizzati anche in Sardegna e sull'isola di Malta.

La chiesetta d’epoca normanna

La chiesa sorge accanto all’edificio romano e sembra incorniciata tra il cielo e il mare. La sua datazione è incerta tra l’epoca bizantina e normanna, ma si ritiene che a realizzarla furono dei monaci Basiliani tra l'XI e il XII secolo d.C.. I monaci scelsero l’area perché oltre a essere lontana dai pericoli provenienti dal mare, permetteva probabilmente di sfruttare una costruzione romana già esistente. Dai risultati degli studi archeologici, emerge una forte correlazione tra la chiesa e la figura di San Simone apostolo, al quale questo luogo sembra essere stato dedicato.

Una struttura a unica navata

La chiesa ha una struttura rettangolare con un ingresso principale. L’altro ingresso, posizionato lateralmente, si arricchisce dalla presenza nella chiesa di volte a botte e di quattro pilastri al centro. Con la sua lunghezza di circa dieci metri, si distingue per una sola navata suddivisa in tre arcate, la più alta delle quali finisce con una volta a cupola. L’aspetto generale richiama lo stile orientale e per questo è probabile che a costruirla siano stati dei monaci di culto bizantino su una struttura cristiana riutilizzata. La prima campagna di scavi risale agli anni '90 e ha permesso di portare alla luce anche un magnifico fonte battesimale.

Il fonte battesimale

Si tratta di uno dei reperti più belli del Mediterraneo. L’attenta osservazione di questa scoperta, restituisce in parte tutta la prosperità della Sicilia in età bizantina oltre a essere un esempio, difficile da trovare altrove, di fonte battesimale a immersione. Il fonte è rivestito da intonaco e segue nella realizzazione la liturgia del battesimo con le sue caratteristiche forme geometriche come il cerchio e l’ottagono.

Un percorso per viaggiare nel tempo

La visita a questi antichi siti nel comune a Marettimo, dona al visitatore l’emozione di sentirsi trasportare piacevolmente indietro nel tempo. Da qui si vede la distesa blu del mare e si distinguono sia Levanzo che Favignana. Immerso nel silenzio e nel profumo della resina che proviene dai vicini boschi, il turista prova una sensazione di pace quasi mistica. Tutta la zona si presta a uno scorrere del tempo lento e meditativo, che ripaga di tutti gli sforzi per giungervi a piedi su un sentiero in salita che dura circa un’ora.