Castello Punta Troia

Il castello di Punta Troia è una meta che non può mancare per chi visita l'isola di Marettimo, soprattutto se appassionato di paesaggi naturalistici.

Le origini del Castello di Punta Troia


Il Castello di Punta Troia venne costruito all'incirca nell'827, durante l'invasione saracena dell'isola.
Era nato principalmente come un punto di osservazione e difesa: la posizione scelta, l'estremità del promontorio di Punta Troia, con i suoi 116 metri di altitudine, ne faceva un perfetto luogo per poter avvistare in tempo utile gli attacchi a sorpresa delle navi nemiche.

Fu solo attorno al 1140 che l'allora Re di Sicilia Ruggero II volle rinforzare la scarna fortificazione originale trasformandolo in un vero e proprio castello: la costruzione doveva dominare, con la sua imponente presenza, l'estremità più ad est del suo vasto e ricco regno.

Nelle dominazioni successive, il Castello rimase praticamente inalterato, complice l'isolamento che le varie dominazioni avevano imposto all'isola.

Durante il XVI secolo, durante il lungo dominio spagnolo, il Viceré ridefinì la struttura del castello.
La pianta e le fortificazioni attuali ricalcano in modo quasi perfetto le scelte strutturali e architettoniche messe in atto in quel periodo.

Il complesso di costruzioni che formavano il Castello fu l'unica difesa per gli isolani durante gli anni in cui il Mediterraneo era invaso dai pirati e da corsari che, con le loro frequenti scorribande, mettevano in pericolo i pochi abitanti, costretti a ripararsi nelle grotte.

Con la cessione della proprietà dell'arcipelago delle Egadi avvenuto nel 1637, iniziò per l'isola di Marettimo un periodo di relativo benessere.

Infatti, pochi anni più tardi, nel 1651, ci fu la scoperta di un importante banco di coralli che incentivò il passaggio e il pernottamento delle barche che raccoglievano questo prezioso materiale.
La sicurezza del carico e degli stessi corallarari era assicurata dai soldati di guardia al Castello, che continuava ad essere un presidio militare.

La prigione di Punta Troia

Con l'avvento della Rivoluzione Francese, sotto il comando del nuovo Vicerè, il Castello fu trasformato da presidio di difesa in un carcere in cui imprigionare giacobini e altri avversari politici.

Nel 1793, il cosiddetto ''Real Castello del Marettimo'' accoglieva ben 52 persone, tutte riunite nella fossa, l'antica cisterna dell'acqua costruita durante il dominio spagnolo.

Alcuni sopravvissero alla prigionia: ad esempio, Guglielmo Pepe, rinchiuso dal 1802 al 1803, fu un testimone diretto e ne descrisse le disumane condizioni di vita nella sua biografia.
Il Castello fu utilizzato come carcere per gli oppositori al regime anche durante il successivo Regno di Napoli: un nome eccellente fu il carbonaro Nicola Antonio Angeletti, che sopravvisse alla fossa e disegnò una dettagliata planimetria del forte stesso.

Altri nomi illustri vittime della repressione e condannati al carcere al Castello di Punta Troia furono Nicola Ricciardi, pittore siracusano, Antonio Leipnecher, il palermitano Bartolomeo Milone ed il sacerdote don Pasquale Barbieri.

Il Castello di Punta Troia dall'Ottocento ad oggi

Nel 1844 il re Ferdinando II andò in visita al Castello e fece chiudere la prigione.
Con l'eliminazione della guarnigione, la fortificazione andò mano a mano in rovina, assieme ai vicini e antichi luoghi di culto: la chiesetta di Sant'Anna e la piccola cappella dedicata alla Maria SS. delle Grazie.
Nel intanto, però, tre anni prima, nel 1841, la famiglia Florio ottenne in concessione le antiche tonnare di Favignana e Formica.

Con l'abolizione della prigione e la prospettiva di un nuovo momento di prosperità economica, gli abitanti cominciarono a costruire le caratteristiche case di tufo, abbandonando in modo definitivo le caverne che sin dalle incursioni corsare di secoli prima erano di fatto le loro abitazioni.
Purtroppo a l'isola di Marettimo questo non fu sufficiente: il lento flusso migratorio verso l'estero fu inesorabile e inarrestabile.

Il Castello di Punta Troia attualmente è un richiamo importante per il turismo e come attrazione naturalistica, attività di cui vivono i pochi abitanti rimasti.
Ristrutturato nel 2011, è stato trasformato in un Museo delle Carceri e in un privilegiato Osservatorio dell’insediamento di Foca Monaca nell'area Marina Protetta.

 

ORARI APERTURA E COSTI:

  • Lunedì - Mercoledì - Giovedì: 10:00 - 14:00
  • Venerdì - Sabato - Domenica: 10:00 - 16:00
  • Costo biglietto 4€