L’Ambiente Marino Costiero dell'Isola di Favignana
L’Isola di Favignana è la più estesa delle isole, con una superficie di 19 km2 e uno sviluppo costiero di circa 33 chilometri. L’area marina è sottoposta a vincoli di tutela regolamentati per la zona C e la zona B.
L’isola è caratterizzata da un paesaggio che rispecchia i caratteri geologici e litologici dell’isola. La parte orientale dell’isola, ove è situato l’abitato di Favignana, è caratterizzata da un’estesa area sub-pianeggiante costituita da calcarenite: una roccia dai caratteristici colori giallastri, che sull’isola è stata oggetto di forte estrazione con tipologie di coltivazione diversificate. La zona occidentale dell’isola presenta una morfologia con versanti piuttosto acclivi, in corrispondenza del Monte S. Caterina, che degrada poi dolcemente con l’approssimarsi alla linea di costa. Nella zona pedemontana del Monte S. Caterina, l’azione erosiva degli agenti atmosferici ha portato alla formazione di accumuli detritici che occultano, in parte, le forme terrazzate costiere prodotte dall’azione erosiva del mare sulla roccia. La linea di costa si presenta molto frastagliata con anse più o meno incise a secondo dell’intensità dell’azione marina. Cavità più o meno vaste ed irregolari sono dislocate a quote diverse, la cui genesi è collegata a fenomeni di carsismo molto comuni nell’isola.
Tra le emergenze naturalistiche che caratterizzano i fondali, le praterie di Posidonia oceanica, habitat prioritario (Direttiva Habitat 43/92/CEE), rappresentano la biocenosi più importante in quanto sono particolarmente abbondanti e distribuite in maniera piuttosto continua attorno all’isola. La presenza di fiori, frutti e semi consente di distinguere la pianta P. oceanica dalle alghe, che formano popolamenti estesi in gran parte dei fondali accessibili al subacqueo. Il posidonieto è uno degli ecosistemi più importanti del Mediterraneo e costituisce un habitat di grande pregio per il ruolo ecologico che svolge e per la biodiversità associata: è un ecosistema ad alta produttività primaria, produce ossigeno, è zona di riproduzione e nursery per molte specie, riduce l’energia delle correnti e delle onde, contribuisce alla stabilità dei fondali e protegge le spiagge anche grazie all’accumulo delle foglie spiaggiate. I servizi “ecologici” forniti dal posidonieto, tra cui la protezione dall’erosione costiera, il rifugio di specie ittiche, la produzione di ossigeno, costituiscono un valore economico rilevante.
Negli ambienti più superficiali dei fondali rocciosi di Favignana è possibile osservare due emergenze naturalistiche: le concrezioni che si sviluppano dove batte l’onda dovute al gasteropode Dendropoma petraeum e negli ambienti meno illuminati dell’infralitorale la fascia formata dal madreporario coloniale arancione Astroides calycularis. Sia D. petraeum che A. calycularis rientrano tra le specie in pericolo o minacciate di estinzione per il Mediterraneo. Inoltre, la presenza di secche più o meno profonde con pareti strapiombanti favoriscono lo sviluppo di concrezionamenti in ambienti poco illuminati e del coralligeno, mentre la rugosità del substrato, gli anfratti e le grotte sommerse favoriscono l’insediamento di larve e costituiscono habitat e rifugio per la fauna criptica, inclusi crostacei e pesci. È assolutamente degna di segnalazione la presenza di tre specie piuttosto rare per il Mediterraneo, di elevato pregio biologico e di indubbia attrattiva per il turismo subacqueo: l’ofiura Astrospartus mediterraneus, colonie dello cnidario Savalia savaglia, impropriamente chiamato ‘corallo nero’, osservabili sui fondali coralligeni già a 28 m di profondità, mentre nel coralligeno profondo (50-60 m) il cosiddetto ‘corallo nero’ (Antipathella subpinnata) grazie al colore dello scheletro corneo, impreziosisce il paesaggio con numerose e vistose colonie di grandi dimensioni (> 1,5 m di altezza).
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